Storytelling cos’è: l”arte” di raccontare una storia
Storytelling cos’è?
Lo Storytelling, l'”arte” di raccontare una storia, è una Strategia di Comunicazione persuasiva finalizzata a promuovere un Brand aziendale, attraverso la narrazione di un racconto che susciti legami ad alta intensità emotiva con il proprio pubblico.
In questi ultimi anni, si sente sempre più spesso parlare dei “Digital Storytelling” e del suo utilizzo come strategia marketing per comunicare e promuovere prodotti e servizi online.
Di cosa si tratta?
Lo “Storytelling digitale” consiste nella produzione di contenuti digitali (articoli, video, immagini, podcast, ecc …) che permette a persone, enti o aziende di condividere aspetti della loro storia.
Per creare una strategia di Storytelling efficace, il Brand deve porsi le seguenti domande:
- perchè? Cos’è che conta veramente per noi, per il nostro brand e per il nostro pubblico?
- Come? Qual’è il posizionamento della nostra azienda? Come vogliamo essere percepiti?
- Cosa? Qual’è la nostra proposta (value proposition), quali vantaggi offriamo al nostro target?
Qual’è la finalità dello Storytelling?
Scopo dello Storytelling è diffondere i valori del brand, facendo in modo che le persone possano riconoscersi in quei valori, attraverso la narrazione di un racconto “verosimile” originale e coinvolgente.
NB: lo storytelling non è “fiction”, è VEROSIMILE …. BISOGNA SEMPRE PARTIRE DA QUALCOSA DI VEROSIMILE.
Compito dello Storytelling è creare una coerenza LOGICO-SIMBOLICA, organizzando il “caos informativo.”
Grazie a questo “racconto”, i Brand aziendali raggiungono il loro scopo: farsi riconoscere e farsi ricordare, grazie al messaggio (impregnato di valori, simboli, colori) inseritio nella loro narrazione.
Storytelling cos’è: il concetto della “sospensione dell’incredulità”
Lo Storytelling fa leva sul concetto della “sospensione dell’incredulità”, il lettore legge/vede la storia, e pur rendendosi conto che la storia non è vera, riesce a sentirsi totalmente coinvolto: piange, ride … si emoziona!
Grazie a questo “coinvolgimento emotivo” i Brand riescono a pubblicizzare, promuovere e vendere i propri prodotti con maggior successo, creando un legame emotivo con i propri clienti.
Storytelling cos’è: il principio della “serialità”
Attraverso lo Storytelling è possibile non solo creare legami ad alta “intensità emotiva”, ma è anche possibile dare continuità alla creazione di nuovi contenuti (principio della “serialità”), attraverso finali “aperti”, “colpi di scena”, nuovi protagonisti … più o meno come avviene nelle serie TV.
Ovviamente, il tutto va “letto” anche in chiave commerciale, con la presentazione di nuovi prodotti/servizi ma sempre come “comparse” dello Storytelling e mai come protagonisti assoluti.
In questo modo non si perde mai il contatto con i l proprio target, sviluppando continuamente nuovi spunti sia per finalità narrative che commerciali.
Storytelling esempio: NIKE con il testimonial Colin Kaepernick
NIKE, noto brand di abbigliamento sportivo, comunica da sempre la macro-storia: “tentare di superare i propri limiti, essendo se stessi”.
Questa narrazione viene poi declincata con varie “angolazioni” a seconda dei target ai quali è rivolta:
- agli sportivi amatoriali (la base del brand)
- agli “ambassador” campioni dello sport professionistico.
Parliamo dell’esempio con il testimonial Colin Kaepernick: Colin Kaepernick è il testimonial per il trentesimo anniversario della campagna “Just Do It.”
Questo giocatore di footbal americano ha lanciato la protesta dell’anno in campo sportivo, inginocchiandosi in campo durante l’inno nazionale americano, per protestare contro le violenze della polizia contro gli afroamericani.
Quella sua denuncia contro il razzismo (che ha fatto infuriare il Predidente Trump) gli è costata la carriera: da quel momento in poi, il giocatore si è ritrovato senza squadra.
Il nuovo slogan della Nike, ora, recita: “Credi in qualcosa, anche se significa sacrificare tutto”.
Questo è un chiaro esempio di CORPORATE DIPLOMACY – attivismo politico dei brand: dove i governi sono in difficoltà a prendere posizioni su argomenti “scottanti”, i grandi brand si fanno avanti per presidiarle.
In questo modo NIKE, puntando su questo testimonial e su questo argomento, ha creato un fortissimo legame emotivo con il suo pubblico, facendosi riconoscere e facendosi ricordare, con l’intento anche di dare un maggior impulso alle proprie vendite.
Differenze tra “branded” content e “story driven” content
Quali sono le differenze principali tra i “classici” contenuti di marca e i contenuti “story driven”(quelli basati sullo Storytelling)?
RUOLO DEL BRAND:
nello Storytelling il brand è sempre un “AIUTANTE”; il protagonista non è il brand ma il lettore che deve rispecchiarsi nei valori della narrazione.
ES: nella “narrazione” Red Bull, l’azienda di bibite non vende la bibita, ma ADRENALINA!
Nel classico “branded content”, invece, il prodotto dell’azienda viene presentato come protagonista, comunicando in maniera piu’ diretta i benefici e le caratteristiche del prodotto stesso.
CONTENUTI “TRANS-MEDIALI”:
lo Storytelling prevede una storia divisa in piu “pezzi,” dove ciascun “pezzo” viene veicolato in un canale diverso: una parte su facebook, una su Instargam, una sul sito , ecc ..
Ogni “porzione” della narrazione, inoltre, può essere indipendente oppure collegarsi ad un’altra “parte” di racconto inserita in un altro canale.
In sostanza, la struttura organizzativa dello Storytelling, NON SI BASA SU AVVENIMENTI CRONOLOGICI (come nei contenuti classici dei brand), ma sull’emozione trasmessa dalle varie “porzioni” di narrazione e veicolata nei vari “canali”.
Questa caratteristica è particolarmente importante nella comunicazione, perchè le persone non leggono tutto e con una corretta strategia trans-mediale è possibile creare un progetto editoriale fortemente “targettizzato” e quindi particolarmente efficace.
&nStorytelling cos’è: come diventare Storyteller
Ad oggi, da quello che ci risulta, non esiste nel panorama formativo una preparazione specifica (diploma di Laurea universitaria Master di specializzazione) per diventare un esperto di Storytelling.
Certamente, lo Storyteller è una figura professionale emergente nell’ambito delle Digital Agency.
Una cosa è certa: per poter diventare un esperto della materia è sicuramente necessaria una Laurea Umanistica: Scienze della Comunicazione, Sociologia, Psicologia, Storia; meglio ancora se si sceglie una Laurea in Giornalismo … in fin dei conti, gli Storyteller, oltre che essere particolarmente creativi, devono anche saper scrivere molto bene!